L’arte non ha bisogno di scopo perché è scopo in sé, è ciò che ci dà conforto, è la nostra essenza di esseri dotati di curiosità e immaginazione.
L’arte trasmuta la realtà creando nuova vita, può essere inutile soltanto se la si considera come oggetto e non come pensiero. Non ha nessuna utilità tangibile perché non è di questo mondo, parla alla nostra parte divina e ultraterrena.
L’arte viene spesso definita inutile perché giudicata con parametri utilitaristici. Restando nel campo dell’assurdo ho innescato un gioco di creazione all’inverso. Se l’arte è inutile, allora ciò che è inutile è arte e per fare arte sarà allora sufficiente rendere inutile ciò che è utile.
Il processo realizzativo è stato forse la parte più interessante: realizzare qualcosa di inutile si è dimostrato paradossalmente più difficile che creare qualcosa di utile. I parametri cambiano totalmente e ci si deve confrontare con la razionalità della nostra mente che si rifiuta di spendersi nel realizzare qualcosa privo di scopo. Dopotutto fare arte consiste proprio in questo: andare oltre i nostri limiti razionali per superarci nel campo dell’immaginifico.
In the beginning I was just looking for something to represent my feeling of uselessness. But then I became fond of the process of realizing something useless, which is very much complex, perhaps more than realizing something useful. It’s not about adding or remove something from usual objects, but to create something new and with no aim. Our brain refuses the idea of uselessness in itself, it is always looking for a purpose. After all this is what it’s all about art: going beyond what is right to look for what is true.
Tavolo a dondolo, dalla serie INUTILE / Rocking table, from the series USELESS / 2013, wood